mercoledì 22 aprile 2015

Masticando una gomma al gusto di bicicletta

Ieri sera non avevo voglia di stare in casa, ero stanco dato che ero stato tutto il giorno in giro ed ero rientrato alle 7. Mentre stavo per preparare la cena, mi è arrivato un messaggio da una mia amica, che mi chiedeva se avessi piani per la serata, proponendomi un giro in bicicletta per la città. Ovvio che ho accettato subito. Per quelli di voi che non sono di Milano, urge spiegare che questo è un evento straordinario, perché in questa città si tende a fare tutto tranne le cose normali, come andare a prendersi un gelato oppure fare una serata a giochi di società a casa di qualcuno. Qui si deve fare un ape, oppure un apericena, o un sushi. Non sanno quello che si perdono.
Insomma, prese le bici, anche se prima dovrei dire trovato parcheggio, impossibile nella zona ma mettendo la macchina davanti a un cancello sotto il ponte della stazione ero tanto felice di averlo trovato quanto sicuro che non avrei trovato la macchina, ci siamo incamminati pedalando verso il centro città. Come due ragazzini, per cui all'inizio subito a cannone, come avessimo fretta, per poi rallentare. Ovviamente mentre pedalavo succedevano due cose: mi sbracciavo per esprimere meglio quello che stavo dicendo, perdendo in maniera ritmica l'equilibrio costringendomi a sterzate dal raggio di 2 corsie, e mi si abbassava il sellino ad ogni buca. Ora, la mia amica Michela non è una ragazza bassa, ma non è nemmeno alta come me, per cui già il sellino era basso, in più scendeva sempre, fino a che con una bella buca in piazza San Babila me lo sono sentito giusto giusto in gola. Dollore. Arrivati in piazza Cairoli abbiamo parlato a lungo delle relazioni, delle persone e di noi. Diciamola tutta, abbiamo parlato più che altro di me, dato che sono un casino ambulante. Mi è piaciuto molto, anche perché la cornice del castello Sforzesco e la fontana appena riaperta in quella zona erano veramente suggestivi, il giro poi è proseguito perché siamo andati a prenderci un gelato, con non poche difficoltà tra cui che ho rischiato di cadere quella settantina di volte e cercato di far cadere la Miky un paio.
La serata è stata molto bella, ma niente di speciale. Oggettivamente non era niente di speciale, però c'era qualcosa che l'ha resa bella. Sarà che sembrava di essere in quelle calde sere di agosto in cui non c'è nessuno in giro, in cui riesci a pensare solamente quanto sia piacevole il fresco che ti sta arrivando. Non pensi a domani, che giorno sarà o cosa devi fare, apprezzi quello che stai vedendo, il Duomo, una piazza, una fontana, la luna. E, per carità, anche un gelato in buona compagnia. Ieri sera non ero preoccupato di fare tardi perché stamattina mi sarei dovuto svegliare e fare le solite cose, avevo voglia i stare fuori perché stavo bene, tanto che quando sono poi tornato a casa ho portato fuori la spazzatura, per stare ancora un po' fuori sotto la volta stellata. E perché mi ero ripromesso di farlo prima di uscire ma mi ero dimenticato. E perché avevo deciso di farlo perché cominciavano a girare le mosche per casa. Che schifo.
Insomma, sono andato a letto con un pochito de doloritos de ano ma felice. Con quel gusto di semplicità, come dice Jovanotti nel suo nuovo pezzo, anche se deve aver capito che qualsiasi cosa scriva va bene, per cui ora penso che le canzoni le scriva con l'autocorrect dell'iPhone (Seduta dentro a un aereo con il biglietto di un'altra hai salutato la tua classe di eroi per fare il grande salto...), sono andato a letto masticando una gomma al sapore di bicicletta. Che non è gusto "copertone", ma quella sensazione di non aver fatto niente di speciale ma qualcosa di bello.

Nessun commento:

Posta un commento