venerdì 3 aprile 2015

Gianni! L'ottimismo!

L'ottimismo è davvero il profumo della vita?

Un vecchio spot televisivo recitava proprio così, e oltre a numerose parodie, più o meno volgari, ci ricordava a tutti che sorridere è bello. Pleonastico, come concetto, ma al tempo stesso non molto condiviso.
L'autore si scusa moltissimo di aver usato il termine "pleonastico" al posto di "scontato" e promette di riportare il vocabolario alla biblioteca prima possibile.
Negli ultimi giorni una persona che stimo moltissimo (ma ovviamente non mi sogno di dirglielo) ha letto questo Blog, e ne è rimasto particolarmente e piacevolmente sorpreso. Lo ha definito spassosamente auto-cinico, e anche se non ho capito che significhi mi è sembrato una bella cosa. Se non lo è scrivetemelo nei commenti e ci saranno conseguenze. Mi ha anche detto che si vede che sono in pace con me stesso, il che è vero, quindi mi diverto a stare con me medesimo. La mia risposta è stato un imbarazzato "sono diventato un ottimista", verità, ma sulla quale affermazione ho ragionato. Personalmente, l'ottimismo mi ha cambiato la vita. Penso che per diventare ottimista bisogna prima essere un bravo pessimista, cosa che sono stato per lungo tempo. Il salto di qualità lo si fa nel momento in cui realizzi che non serve sperare che succeda qualcosa di brutto, perché le sfortune capitano, che uno le abbia desiderate oppure no. Il pessimista si limita a sottolineare l'ovvio, fa da spettatore nel processo attivo delle scelte. Che merito ne ha lui quando non avendo fatto nulla (ma avendolo previsto) le cose andranno male?
L'ottimista, invece, ci prova sempre, anche se non ci sono molte speranze. È sicuro di non sprecare energie per ciò per cui non vale la pena, mentre per tutto il resto può sempre uscire a testa alta dicendo "almeno ci ho provato". Sono come due amici al bar che adocchiano una bellissima ragazza. Uno non ci prova nemmeno, paralizzato dalla timidezza mascherata da "tanto si vede che non ci sta" (il pessimista), per cui ha 0% di possibilità di andare a segno. L'altro, magari sapendo pure che non è al suo livello (l'ottimista) ci prova comunque, e ha il 50% di possibilità di riuscita. Questa percentuale varierà, ma sarà sempre maggiore di 0.
Voglio lasciarvi con una cosa che ho imparato quando facevo skate. Quando cadevo, o sbagliavo un trick, mi era stato consigliato di sorridere, anche se non ne avevo il motivo ed ero proprio arrabbiato. Sembra una scemenza, ma funziona. Perché anche un sorriso che inizia come finto, porta il buon umore, e si considera ciò che ci affligge poca cosa. Sorridere ci fa sentire più forti dei problemi. E rende la vita profumata.

Non sapendo se ci saranno altri post prima di Pasqua (c'è veramente qualcosa di logico e programmato in quello che faccio?), l'autore vi augura una buona e serena Pasqua.

1 commento:

  1. Grazie Bioni, "sorridere rende la vita profumata". Anche ridere, ridere a crepapelle, a dispetto dell'apparenza, pare faccia benissimo. Lo dicono gli esperti: http://www.ilnuovomondo.it/artriderefabene.htm

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