mercoledì 6 maggio 2015

Il teorema del tasto dell'ascensore

Sono talmente contento del post scritto ieri che per un solo istante oggi ho pensato di lasciar perdere. Di non scrivere più. Ormai considero questa pagina un po' di più che un semplice posto dove vuotare il sacco sui miei pensieri, è diventato un modo di comunicare con le persone che conosco e non, un modo per trasmettere quello che secondo me ha senso essere diffuso. Per cui ho pensato che fosse bello chiudere con una bella lettera al nuovo arrivato, anche a simboleggiare la circolarità dell'esistenza,che si chiude una porta e si apre un portone.
Poi un tizio ha premuto il tasto di chiusura delle porte di un ascensore.
No, dico sul serio, non è una sottile metafora per indicare qualche subliminale idea di chiusura mentale o superficialità, è successo per davvero.
Ero lì, bel bello, che vagavo tra mille pensieri, e stavo prendendo il mio ascensore per andare dal piano terra al terzo piano quindi salivo, per quelli scarsi in matematica, quando l'ascensore si è fermato al primo piano perché qualcuno lo aveva chiamato. Questa persona sale, preme il suo tasto, ovvero quello per andare al piano terra, e preme il tasto di chiusura delle porte. Si possono già notare vari grossolani errori. Il primo, partendo proprio dalla base, forse era quello che anziché vedere un chirurgo generale (che era al primo piano), avrebbe dovuto farsi fare una visita da un otorino o un oculista, in quanto ritengo che chi non sappia distinguere un tasto a freccia in giù da uno con la freccia in su probabilmente abbia problemi di orecchio interno o di equilibrio. Aveva premuto entrambi i tasti, sebbene dovesse andare in giù, quindi l'ascensore che stava andando in su, ovvero nel verso opposto, si è fermato comunque. Non pago, è salito comunque sull'ascensore, pur essendo stato avvisato dal segnale luminoso, che l'ascensore saliva. Ma siamo esser umani, e si può sbagliare. Magari era sovrappensiero, a me capita continuamente. Ieri ad esempio mi vergogno tantissimo a raccontarlo sono andato a sbattere contro un palo. Per strada. Camminando. Non stavo assolutamente guardando le due ragazze che giocavano a tennis nel campo vicino alla strada, sta di fatto che a un certo punto ho sentito un gran male alla parte sinistra della nuca, alla parte sinistra del petto e alla gamba sinistra. Anche se devo dire che le braccia hanno continuato ad andare in avanti per un po' prima di accorgersi che il corpo era abbracciato ad un pilone della luce, allora si sono fermate pure loro. Che figura, ho pensato.
Insomma, un po' di distrazione ci può stare, ma quello che non capisco è quello che è successo dopo. Ha premuto il tasto di chiusura delle porte dell'ascensore.
Ho sempre evitato di premerlo, e guardato con sospetto chi lo faceva, ma non per paura dei germi da contatto anche se ora che ci penso è anche igienico come comportamento, ma perché non penso che serva. Oggettivamente, abbiamo proprio bisogno di premere un pulsante che ci faccia risparmiare due decimi di secondo, in un viaggio di 10? Mi danno l'impressione di dover assolutamente andare da qualche parte, quelli che premono quel tasto, a tal punto che ho quasi paura di premere il tasto del mio piano, se differisce dal loro e si trova prima. Non li capisco, ma se ne vedono sempre di più. Leggendo un po' in giro si scopre che nemmeno tutti i tasti del genere sono realmente collegati alle porte, alcuni sono solamente finti, per creare un effetto placebo in chi li preme. Per dare la sensazione di controllare l'ascensore, e non sentirsi solamente dei passeggeri. Non so se quell'ascensore che ho preso io oggi avesse il tasto collegato o no, e forse non lo scopriremo mai, ma quelle porte si sarebbero chiuse comunque e sarebbe comunque salito. Certamente non sceso.
Per cui, chiudendo con una nota dolce/amara, caro sconosciuto con cui oggi ho preso l'ascensore, tu, con la tua fretta avrai anche deciso quando sarebbe partito, ma io, persona paziente, ho deciso dove andasse.


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