martedì 28 aprile 2015

L'attesa

È vero che l'attesa di un piacere è essa stessa un piacere?

Ieri sera, mentre guardavo la tv lo so che la maggior parte delle mie storie cominciano così, ma almeno è meglio di cominciare con "mentre ero seduto al cesso.." a guardare il nulla che avanza, che non è un nuovo talent televisivo ma la totale mancanza di contenuti culturali presenti nella programmazione serale del digitale terrestre, con la testa completamente altrove, è passata una pubblicità che mi ha fatto pensare. Trattasi della pubblicità della Campari, in onda ormai da tanto tempo, che termina con la frase sopracitata. Non era la prima volta che la vedevo,  e non era nemmeno la prima volta che ragionavo sul significato di quella frase. Non sono mai stato un grande fan del Campari, specie da quando mi sono innamorato del Martini, sarebbe quindi come sentir dire da un milanista che gli piace l'inter, ma quella pubblicità mi ha fatto pensare, anche perché stavo vivendo quel momento di attesa. Mi stavo infatti scrivendo con una ragazza ecco spiegata la testa altrove e aspettavo alacremente le sue risposte ai miei messaggi. Quella sensazione meravigliosa di aspettare una risposta, deviata dalla consapevolezza che il contatto è in linea, ha visualizzato o addirittura sta scrivendo la risposta. Mi ha ricordato di quando si scrivevano gli SMS per organizzarsi, 10 anni fa, e nessuno si lamentava del fatto che non si avessero tutte queste informazioni. Si aspettava, senza nemmeno sapere se il destinatario avesse ricevuto la missiva. Persino la cosiddetta conferma di lettura delle email ci sembrava troppo invasiva, e molti la denigravano pur leggendo il contenuto.
Quella era "attesa". Quel momento in cui tutto può ancora succedere, momento in cui ci viene infusa sia il pessimismo che tutto vada storto che l'ottimismo che vada meglio di come pensiamo. Un mix di emozioni convulse, forti e contrastanti tra loro, a creare un armonia che trova pace solo quando la matassa si dipana e su ottiene una risposta. Il buon vecchio Oscar Wilde, nella sua grande opera "Un marito ideale" afferma che il momento più bello di una proposta di matrimonio sia l'attesa prima della proposizione, dopo è noia. Certo, pensiero molto da dandy e non pienamente condivisibile, specie per il dopo, ma certamente da acuto osservatore del genere umano.
Non mi piacciono i blog che finiscono i post non dando le risposte alle domande che sono state fatte, per cui ritengo di dover dare parere a riguardo. Sinceramente non penso che l'attesa del piacere sia essa stessa piacere, penso che sia solo un emozione molto forte. Rischiando di scadere nella banalità, il piacere è sicuramente un'emozione piacevole, ma questo non porta l'attesa, in quanto emozione, ad esserlo necessariamente per proprietà transitiva.

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