È proprio vero che c'è un tempo ben delimitato in cui divertirsi in gioventù?
Sono abbastanza fiero di come sia andato questo weekend. Non tanto per quello che è successo, quanto più per il fatto che mi ha permesso di ricordare come era stata una parte della mia vita negli ultimi anni. Per essere precisi, di un anno e mezzo fa, ovvero il periodo che io amo chiamare l' "Erasmus a Milano". Sì perché a tutti gli effetti io ho fatto l'Erasmus a Milano, essendo uscito, divertito e frequentato con i ragazzi (pochi) e le ragazze (per lo più) che stavano svolgendo nella mia città questo interessante programma di studi all'estero. Certo, non è che l'abbia fatto in maniera ufficiale, anche perché non ero già più uno studente, ma questo è meglio specificarlo altrimenti rischia di essere fuorviante. Anche perché se la gente è capace di credermi quando dico che faccio l'apicoltore di lavoro e esporrò ad Expo nel Padiglione delle Api, penso sia meglio tracciare un limite di quando sto dicendo una scemenza, ma con la faccia seria. Detto questo, è stato un periodo folle della mia giovinezza, anche se ne parlo come se fosse successo chissà quanto tempo fa, in cui si andava a ballare anche due, tre volte a settimana. C'erano le energie, le possibilità e non c'erano preoccupazioni, si ballava, ci si divertiva, sempre con la consapevolezza (questo da adulto) che non sarebbe durato per sempre. Perché era ovvio che non si sarebbe potuto andare avanti così, nel bene o nel male.
Oggi ho rallentato molto il ritmo, il weekend spesso me lo prendo per rilassarmi, e se c'è una cosa che faccio tutti i sabati non è andare a ballare, ma una bella sauna e bagno turco. Ho mollato quando era il momento di mollare, cioè quando per continuare a divertirmi, per dirla nel dialetto degli skater, avrei dovuto andare sempre più grosso, che in italiano non significa nulla vi aspettate sinceramente che chi passa le proprie giornate in skatepark a farsi le canne abbia una nozione media di italiano? ma rende l'idea di dover fare sempre di più, esagerare sempre di più. Perché una storia è bella se è successa una volta, se capita di più comincia a diventare mondana. Io avevo capito che questo stava succedendo, e per divertirmi ancora avrei dovuto ballare di più, bere di più e spendere di più. E la cosa non è che mi arricciasse tanto, soprattutto l'ultima.
Così sabato ho deciso di prender parte ad una delle serate che frequentavo in quel periodo dei miti sorridenti da un windsurf, direbbe Raf, e senza remore mi sono divertito proprio. Tutto sembrava più leggero, più facile. È stato un po' come rivivere quella sensazione nel corpo di allora, ma con la mente qualche anno più grande, esperta. Posso dire che è stato un bel modo di onorare quel periodo, ma mi ha anche fatto capire, e apprezzare che sia appunto stato solo un periodo.
Voler continuare a vivere in quel mondo a cui ormai non appartengo più significherebbe rinnegare tutto il resto che sto facendo e ho fatto da allora, cercare di vivere di ricordi, più che godersi il presente. Se c'è qualcosa che ho imparato guardando Midnight in Paris, oltre che Hemingway era un fico, è che non si può rimpiangere quello che è passato perché qualcuno del futuro rimpiangerà quello che stiamo vivendo ora.
Ma notate bene che non rimpiangere il passato non significa non onorarlo.
Nessun commento:
Posta un commento