giovedì 28 maggio 2015

L'ermo colle (del Portello)

Oggi non avevo proprio voglia di andare a casa dopo il lavoro.
Ho sentito dire che è una di quelle quattro giornate all'anno in cui si sta veramente bene. Saranno i 24 gradi, sarà il caldo che ti fa togliere la giacca ma non ti fa sudare, sarà semplicemente il fatto che cominciamo ad abituarci all'idea che l'estate stia arrivando, di nuovo.
Per chi non conosce Milano, dovete sapere che la città si sta rinnovando molto, Expo o non Expo. Lentamente, un quartiere alla volta, stanno spuntando come funghi palazzi di design e piazze da adunata oceaniche, tutte rigorosamente in pendenza. Sinceramente non capisco il discorso di fare le cose storte, ma ne posso capire l'estetica. Uno dei quartieri che sta vivendo una seconda vita è quello del Portello, una volta zona brutta ai margini della circonvallazione, ora inquadrato in tutte le immagini di repertorio Rai su Milano-in-Expo. È, per farvi capire, la parte coi palazzi della Vittoria Assicurazioni e di Casa Milan, ovviamente storti anche loro. Ci passo sotto molto spesso, perché per andare a Varese la circonvallazione si allaccia alla bretella per l'A8 Laghi proprio lì, quindi è una zona che mi vanto di conoscere bene. Tutte le volte, passando sotto al ponte pedonale, guardo la montagna del Portello e immagino come sia salirci sopra.
Dovete sapere che Milano è in piano, per cui tutto quello che supera in altezza un albero è artificiale. Probabilmente è stata costruita occasionalmente, molto all'italiana, quindi non oso pensare quanti rifiuti, copertoni, pannolini e pentiti ci siano dentro. Oggi avevo voglia, avevo tempo, mi sono fermato e ho deciso di vedere cosa si vedeva da lassù.
Mi ero immaginato una ascesa alla Rocky ascoltando Hearts on Fire e urlando Dragooooo arrivato in cima, ma appena ho capito come era la passerella per salire ho desistito. Praticamente, per fare 20 mt in altezza di montagna, hanno fatto due sentieri a doppia elica con passo cortissimo, per cui per arrivare su bisogna fare qualcosa come 8 giri della montagna. Roba da far vomitare una pattinatrice professionista. Arrivati in cima però ci si gode il panorama. Sì, la prima cosa che si vede è il viadotto Serra in tutto il suo splendore (ironico), ma dietro ci sono tutti i nuovi palazzi della fiera e di City Life non abbiamo solo i quartieri fighetti, ma anche i nomi fighetti per i quartieri fighetti. C'è un piacevole venticello, perché per la teoria dell'albero, qui non c'è mai vento, quindi fa strano sentire che, superata l'altezza dei palazzi, ci sia una brezza. La quale ha reso i 20 minuti passati lassù in contemplazione, ancora più piacevoli.
Mi è piaciuto scoprire che qualcosa che volevo fare da due anni e mezzo, e mi ero sempre chiesto come fosse, in realtà è completamente diverso da come me lo immaginassi, ma egualmente bello. Mi piace vedere la mia città da un altro punto di vista, perché qui basta cambiare angolazione per avere un'immagine completamente diversa. No, non farò uno sproloquio su come sia una metafora della vita. Sono troppo rilassato e in pace per fare riflessioni sulla vita e il modo di affrontarla. A volte basta questo, 20 minuti in pace, per non pensare a niente. Ed essere felici.

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