mercoledì 3 giugno 2015

L'ordine del tempo

Ho deciso di andare contro corrente.
Tutti voi vi aspettereste che io
L'autore si scusa moltissimo di aver fermato un periodo di colpo, ma non sapevo proprio come continuare coi congiuntivi/condizionali, per cui la seguente frase è stata modificata e messa in un tempo verbale gestibile. Che ignoranza.
Potreste pensare che, dato che non ho scritto per il weekend lungo, a cui si va a sommare il ponte, oggi non avreste trovato nulla sul blog. E invece no. Ho deciso di scrivere oggi perché ho un po' di cose da dire, come sempre, in fondo. È appena finito un weekend lungo (per me estenuante), perché fino a sabato sera ho lavorato e non ho preso il ponte di lunedì, per cui non ne esco propriamente riposato nel senso più lato del termine. Avrei decisamente bisogno di in periodo di pausa, in cui non pensare a niente, dormire e basta. Ma so che non sarebbe così.
Sì, perché va a finire sempre che in vacanza si fanno talmente tante cose che ci stancano di più di lavorare. Esattamente come durante l'anno si accumulano gli impegni, gli appuntamenti e le occupazioni, nello stesso periodo dell'anno si accumulano i desideri. Vorrei andare al mare, in piscina, fare una bella gita, andare a ballare e via dicendo. Quando si ha finalmente il tempo, se si pianifica anche in giorni di ferie il proprio tempo lo so che è un po' da maniaci, ma almeno si ha una dimensione di come organizzarsi e cosa si riesce a fare in una giornata di vacanza ci si rende presto conto che di tempo effettivamente libero, in cui sdraiarsi sul divano e contare le tanto agognate macchie sul soffitto, ne resta poco. C'è troppo da fare in vacanza, a tal punto che non sembrano più vacanze. Eh sì, anche andare in vacanza diventa impegnativo, come vi può insegnare chiunque abbia figli in una fascia di età che comprende l'utilizzo di un canotto o di generici gonfiabili da bagno delle dimensioni di un piccolo peschereccio. Io non ho figli, ma da bravo disturbato ossessivo compulsivo posso capire la problematica dell'organizzazione del tempo. Però sapete una cosa? Secondo me è giusto così.
È giusto che durante le vacanze ci si stanchi di più di quando si lavora, nello stesso modo in cui è giusto non riposarsi durante il lavoro. Con questa affermazione non desidero certo accollarmi le ire di tutti i pigri che leggono, o delle associazioni chi difendono la categoria non so se ce ne siano, ma ogni volta che qualcuno dice qualcosa di forte in maniera pubblica, c'è sempre qualche associazione nata al momento che si lamenta, quindi presumo che tuteleranno anche questo pensiero, intendo dire che abbiamo più energie di quante pensiamo. 
Esiste un limite di fatica, che può essere segnato da quando cominciamo a non fare più bene il nostro lavoro non vale chi lo fa già male il proprio lavoro, ma questo non significa che la fatica non sia parte del lavoro stesso, come che il divertimento sia parte delle vacanze. Il nostro umore, che influenza più di quanto pensiamo la nostra capacità produttiva, è strettamente legato al benessere derivante da una situazione di stress o riposo. Non penso che servano studi bibliografici a dimostrazione di ciò, per cui diamolo per assodato. Ora, avere la possibilità di fare, di relazionarsi con le persone durante il periodo di pausa e non stare semplicemente a dormire come vorremmo, in realtà incide in maniera positiva sul nostro stato d'animo. Perché diventa un modo di staccare la spina, un modo diverso di fare fatica. Diciamo che la batteria del lavoro si ricarica mentre quella personale si scarica. Magari la somma totale delle batterie sarà uguale alla fine, ma almeno per il lavoro avremo più energia motivazionale.
Detto questo gambe in spalla, che anche se è già caldo siamo solo a Giungo e manca ancora tanto alle vacanze.



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