lunedì 8 giugno 2015

Antonio, fa caldo..

Che caldo..
Vorrei cominciare in qualche altro modo, ma in questi ultimi giorni non si riesce a pensare veramente ad altro. Sì, perché quanto pare è arrivata l'estate. Fuori stagione, come ormai fa da qualche anno, senza preavviso, e puff, si passa in una notte da 22 a 36 gradi. Così, con la stessa velocità con cui una donna comincia a lamentarsi perché le fanno male i piedi quando ha su i tacchi. Sembra che non ci siano più le mezze stagioni, che quanto pare da modo di dire è diventato realtà, è così, di colpo, tutto si trasforma in deserto. L'escursione termica tra le zone in ombra e quelle al sole è simile a quella che si può avere sulla luna, per cui bastano già 4/5 minuti al sole per sentirsi come colpiti da un bastone sulla nuca. C'è chi si sta già premunendo di cappelli di paglia, anche se vista la temperatura io opterei per una lega di zinco e lamierino.
Ovviamente mi vengono subito in mente momenti di grande caldo della mia infanzia, come le pubblicità del the freddo con frasi ormai rimaste nell'immaginario comune quali "Mira il dito" oppure "Antonio, fa caldo..". Si comincia a dormire la sera con la finestra aperta, con conseguenti battute di caccia notturne alle zanzare che non si sa come riescono ad entrare. Considerando che tengo aperta solo l'unica finestra che ha la zanzariera, e che questa è solidamente impermeabile ai malefici insetti, l'unica opzione che hanno di entrare è quella di aspettare che io apra la porta di casa quando torno. Evidentemente fanno gli appostamenti sul pianerottolo in attesa che passi di lì.
La mia con le zanzare è una guerra in campo aperto, dove non ci sono regole o esclusioni di colpi. Nel momento in cui ne sento una ronzare attorno all'orecchio, mi sveglio e accendo tutte le luci in camera. Da bravo psicopatico ancora vi stupite? non ho quadri in camera da letto, proprio per avere solo muri bianchi, su cui risalti subito un puntino nero che si è appoggiato per un istante. Allora prendo la mia racchetta elettrificata ovviamente truccata da 3000 a 6000 Volt per aumentarne il potere distruttivo, e dopo essermi fulminato da solo almeno un paio di volte perché tocco per sbaglio la rete elettrificata, uccido l'infingarda. Così posso dormire tranquillo per la successiva mezzora, fino a che non arriva la sorella di quella di prima in cerca di vendetta e guai. È un ciclo che si ripete, insomma. Non preoccupatevi per me per la scossa, fa male ma passa subito. Una volta ho toccato un recinto elettrificato per cavalli, per sentire cosa si provasse. Solo dopo averlo toccato ho realizzato che un cavallo è molto più grosso di una persona e quindi serve più corrente per allontanarlo. Anche se agli umani dovrebbero bastare i cartelli con il simbolo dello shock elettrico. Non sarà certo un cartello a fermarmi, pensai. Genio.
Insomma, è cominciato questo circo di the freddo, pasta fredda e ventilatori che ci accompagnerà fino a settembre, sempre con il mito di andare in qualche posto, via, solo perché là è più fresco.
Ma proprio come girare il cuscino per sentirne il lato fresco, questa ricerca non riuscirà mai ad essere totalmente soddisfacente.

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