Oggi voglio parlare di me. Sì, lo so che lo faccio sempre, e non ho mai parlato di altro, ma ammettere il problema non è il primo passo verso la guarigione?
Ieri ho avuto un po' di tempo libero nel pomeriggio. Sarà stato che mi ero tenuto libero, sarà che ero effettivamente troppo stanco per fare qualsiasi altra cosa che non comprendesse lo stare sdraiato sul divano, ma avevo del tempo libero. Per puro caso, coincidenza, chiamiamola, ho riletto il Blog in cerca di un articolo che avevo scritto un po' di tempo fa, uno dei tanti motivazionali sul lunedì. Non è stato difficile trovarlo, anche se sono andato indietro di più pagine pensassi cominciano ad essere tanti, e mi è capitato di soffermarmi su altri articoli, magari quelli con il titolo più accattivante. Il risultato è stato strano, pure per me. Non solo di molti non ricordavo nemmeno di averli scritti evidentemente sto cominciando ad invecchiare, ma ridevo come un matto su alcune battute che facevo. Spero che aver detto che non me li ricordavo sia un'attenuante a questa seconda affermazione, non sono pazzo. Mi madre mi ha fatto esaminare. È bello poter ritrovare alcuni vecchi pensieri, che si ritenevano dimenticati, lì, a portata di mano. In fondo il Blog nasce anche per questo, oltre che per soddisfare il mio ego smisurato: evitare che, magari, il pensiero intelligente che ti viene mentre sei seduto in bagno (non aggiungo altro) e ti sei dimenticato lo smartphone, rimanga tra le mura del bagno stesso. Poter condividere questo pensiero è molto importante, non solo per quelli che potrebbero venirne a conoscenza, ma anche per chi ne è il vulcanico autore, che con brillanti eruzioni si ricopre di sagace lava, che si asciuga fino a diventare roccia, strato dopo strato. E come scavando lungo questi strati si scopre la storia del vulcano stesso, rileggendo i vecchi articoli si espone un pensiero che si evolve nel tempo. Che metafora profonda per uno che fino a 8 righe fa aveva espresso per la 150 esima volta che i pensieri migliori gli vengono mentre è sul cesso.
Sono sempre più convinto che ci sia necessità di introspezione, auto-analisi e auto-critica. Rileggiamoci, scriviamo lettere a noi stessi nel futuro (io ho cominciato così a scrivere), lasciamo traccia di quello che facciamo. Riguardando a ciò che abbiamo fatto possiamo capire sempre di più chi siamo, come siamo arrivati ad esserlo e, come è successo a me, stupirci di noi stessi.
martedì 23 giugno 2015
Un po' di autocritica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
bravo Bioni, il tuo è un buon consiglio. Del resto è il "conosci te stesso" dei filosofi greci. La barba ce l'hai.
RispondiElimina