Ieri ho avuto una bella idea su un articolo da scrivere qui.
Poi, come tutte le buone idee, se non la metti subito su carta, finisce poi che non trovi il tempo di realizzarla e te ne dimentichi. Avevo pensato a tutta una serie di argomentazioni, di discorsi, e ora non mi viene più in mente nulla. Per cui, in puro spirito mio, ricordandomi solo quello che sarebbe dovuto essere l'inizio, improvviserò.
Discutevo l'altra sera con un mio buon amico, il quale si occupa del marketing di una notissima azienda produttrice di liquori che piace tanto a una determinata spia cinematografica britannica ma non facciamo nomi se no è pubblicità, dell'impegno che si ha nel vendere una bottiglia si alcolici con scritto sopra "Bevi responsabilmente". Il pensiero a riguardo potrebbe fermarsi alla ben nota ovvietà che lega il consumo di alcolici ad altrettanto note patologie epatiche e cardio-valscolari, ma anche agli onori della cronaca di incidenti automobilistici del sabato sera. Questo, secondo me è riduttivo, non è abbastanza. Perché non c'è scritto "bevi poco", c'è scritto responsabilmente.
Cosa significa avere la responsabilità di ciò? Significa che anche se si può avere la capacità di bere oltre la media, mantenendo un livello di attenzione sufficiente da poter guidare, dobbiamo considerare le responsabilità delle nostre azioni. Siamo circondati da persone, sedute accanto a noi o che attraversano la strada, di cui siamo responsabili. Per la legge del più forte, in questo caso del più grosso, anche se ci dovesse attraversare la strada una persona anziana, più che una donna o un bambino, noi abbiamo la responsabilità che di evitare in ogni modo di fare del male a questa persona. In un certo senso ce lo prendiamo a carico. Nello stesso modo in cui chi è in macchina con noi ci è, in un certo senso, affidato. Nello stesso modo in cui il nostro corpo è affidato a noi e dobbiamo averne cura. L'alcoolismo è una malattia orribile, e questo è sotto gli occhi di tutti, ma gli alcolisti non sono tali perché hanno bevuto troppo, almeno non solo, ma perché non hanno messo responsabilità nelle loro azioni.
Se si avesse la possibilità di non procurare danno a nessuno, nemmeno a sé stessi, diciamo una ubriacatura saltuaria in un posto da cui non ci si muove, da soli, senza la possibilità di cagionare l'altrui male, sarebbe anche questo un bere responsabile, pur mancando la condizione di bere poco.
Poi non credo che scriverlo sulle bottiglie serva a molto, oltre che a creare un minimo di consapevolezza. Quando uno compra una Lamborghini, lo sa che esistono limiti id velocità, ma questo non lo ferma dal provarla a tutta velocità. Ma non è che rallenta solo perché potrebbe incorrere in un incidente, quanto più per paura di prendere una multa.
È questo quello che manca, il senso di responsabilità e di quello che si sta facendo. Consapevolezza, non colpevolizzazione.
Non è quindi un discorso di quanto si sta bevendo, bensì come lo si sta facendo.
Il presente articolo non è stato scritto sotto l'ausilio di alcool. Ogni riferimento a serate che potrei aver passato divertendomi molto e non ricordando nulla è puramente casuale. Durante queste serate nessun animale ha subito maltrattamenti, ma potrei accidentalmente aver baciato qualche ragazza brutta.
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