martedì 24 marzo 2015

Pensieri da allenamento

Riporto quello che pensavo ieri mentre mi allenavo. Un piccolo discorso motivazionale.

Di nuovo qui.
Un altro giorno. In cui quello che hai fatto ieri conta relativamente, e quello che sarai domani dipende solo da oggi. Capisci come non importa se ti senti stanco, perché devi continuare a correre. Anche quando non hai più fiato, non hai più voglia. Anche quando non hai più ossigeno nel sangue e il tuo cervello decide di spegnerti per rimanere vivo. Lo so, quello che si sente prima di svenire per ipossia. Non è bello, somiglia alla sensazione di quando sei malato e vorrei stare meglio. Vuoi che tutto questo finisca. Ma, con un ultimo pensiero di lucidità capisci che sei stato forte. Che hai più cervello che muscoli. Che hai la mente per farlo. Che sei sicuro di aver dato il 100%. Che la prossima volta darai uguale ma non starai così, allora darai di più. Più forte. Più duro. Perché se non hai dato tutto allora non hai dato niente. Perché negli anni hai capito che un campo da calcio non è lungo 100 metri, ma 90 minuti. Che non conta se picchi più forte degli altri, se poi non sei l'ultimo rimasto in piedi. Che gli altri hanno delle debolezze, ma metterle in gioco e dare il massimo è ciò che ci distingue. Perché non devi avere rimpianti. Il rimpianto di esserti tirato indietro, di aver rinunciato troppo presto, di non aver corso gli ultimi metri, di non averci provato per davvero. Di essere stato una persona che perdeva. Ripenso alla piccola persona che ero. Ripenso a come alle medie le mie compagne mi prendevano in giro, ricordo come Laura rise del mio amore, ricordo come tornavo a casa e volevo cambiare. Cambiare gli altri, ma prima me stesso. Essere più forte, più grande, più resistente.
Ho dovuto trovare dentro me stesso la forza di essere meglio di me.
Perché quando spingi sulle nocche i pugni per rialzarti da terra, fa male, ma tempra i muscoli. Fa male tutte le volte, rialzarsi. Ma va fatto.
E non ho paura delle mie debolezze. Anche il più feroce dei lupi è stato un cucciolo, ma non è la vita a renderti cattivo, è qualcosa che si sceglie. E io scelgo di essere questo.

I'm forever faster.

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