giovedì 26 marzo 2015

Il bello di esser brutti

Conviene veramente esser belli nella vita?

Ieri sera, in preda ai fumi del vapore del ferro da stiro (che vi aspettate, che le camice si stirino da sole?) stavo facendo zapping in TV, e sono finito su Italia 1, dove riproponevano un grandissimo classico della commedia all'italiana, o almeno quello che ci viene fatto credere essere la commedia all'italiana moderna, ovvero il cinepanettone: Matrimonio alle Bahamas.
Poco da dire sul film, costellato delle più buffe gag che nei primi anni 2000 hanno reso questi film il genere che tutto il mondo ci invidia. Andando in elenco potrei citare: parenti che parlano accenti stereotipati di diverse parti d'Italia, Boldi che fa la cacca con dovizia di scoregge e che non ce lo mettiamo che fa ridere un sacco, il barboncino spiaccicato, il belloccio di turno che recita manco fosse in una recita scolastica e per finire la bonazza. E qui mi fermo.
La bonazza per questo film è stata Victoria Silvstedt. Ragazzi, mani bene in vista, perché se anche voi siete della mia generazione ho paura che siano già sotto il tavolo. Per noi è la prima, unica e indimenticabile donna nuda su internet. Certo, la generazione prima di noi è stata quella Anna Nicole Smith (fortunati anche loro, seppur ancora su carta), ma quella successiva è stata la prima ad avere un accesso pressoché illimitato alle perversioni di internet. Per noi invece c'era questa dea, che incarnava in tutto e per tutto un ideale di femmina superiore, meglio noto con il nome di "cavallona".
Ora, potrei dilungarmi delle ore a parlare di VS, ma per esigenze di tempo, oltre che per decenza personale, mi limiterò ad arrivare al punto. Ovviamente dopo averla vista comparire nel film, sono andato a cercare delle immagini di come fosse adesso, nel 2015, la nostra dea. Sempre lei, sempre molto bella, ma ovviamente invecchiata rispetta gli anni d'oro. Questo mi ha fatto abbastanza tristezza, non tanto per il tempo che passa per tutti in maniera uguale, quanto più per il fatto che questa persona è come se non avesse più niente da dare al mondo. Oggettivamente, sei hai campato tutta la vita in quanto eri bella, non saranno certo le tue capacità di recitazione (praticamente inesistenti) oppure la tua personalità a mantenerti a galla in un mondo del genere. Questo pensiero si è subito interfacciato con il testo della canzone "il bello di essere brutti" di J-Ax che ho sentito quello stesso pomeriggio. Non voglio giungere a conclusioni scontate come che in fondo essere belli nella vita serve a poco, il mio pensiero è leggermente più ampio. Ho ragionato più che altro sul fatto che essere brutti ti permette di essere preso più in considerazione per quello che sei. E fin qui è ancora tutto banale. Quello che io intendo per più ampio è che probabilmente il fatto di essere belli ti costringe in una posizione in cui rischi di non essere apprezzato per quello che sei solamente perché sei bello. Quindi sei in una condizione di svantaggio. In realtà è una condizione in cui non mi sono mai trovato faccio fatica a immaginare come sia esser belli, ma mi piace fantasticare.
È giusto essere se stessi, sia che uno sia bello sia che sia brutto, ma magari essere brutti ti permette di spiccare maggiormente con la propria personalità, e quindi mettendo in risalto maggiore questa caratteristica essere maggiormente se stessi.

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