Mi è sempre stato detto che gli amici nella vita sono come compagni di viaggio.
Sinceramente quando me lo dissero la prima volta ammetto di essere rimasto perplesso, penso addirittura di aver ruotato leggermente la testa verso un fianco come fanno i cani quando non capiscono. Molto semplicemente perché non avevo ancora esperienza. Cosa posso dire in merito ora, che ho passato fasi diverse della vita? Che un po' è vero. Ok, ammetto di scriverlo anche per liberarmi in parte la coscienza per recenti avvenimenti, ma va anche detto che nel cinismo una parte di verità c'è. Fa parte della natura mutevole dell'uomo evolversi, e quindi cambiare. Ed è anche normale che in questa evoluzione ci sia un momento in cui determinati interessi comuni possono venire meno. Così finiscono le storie d'amore, oppure le amicizie, poco cambia. A un certo punto ci si guarda e si pensa "ma se ci incontrassimo ora non saremmo così amici". Significa che ci si è evoluti a velocità diverse, e quindi, come quel compagno di viaggio durante il mitico viaggio della maturità, come il primo coinquilino con cui hai condiviso momenti di pura ilarità etilica in più di una serata, ti vai a sentire sempre meno. Perché ci eravamo tanto amati è scritto al passato, un tempo in cui non vive nessuno. Quindi si va avanti, anche se a volte dispiace per come è andata, perché in fondo si stava bene. Perché il fatto di essere stati circondati da persone speciali non implica certo che non se ne possano trovare altre durante il prossimo viaggio.
Per questo bisogna continuare a viaggiare nella vita.
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