domenica 15 marzo 2015

Dicevamo?

Ok, lo ammetto che non vedevo l'ora di cominciare a scrivere. Non perché abbia molte persone che leggano quello che scriverò, anzi, quasi tutti saranno avvisati della cosa da me medesimo, quanto più il fatto di aver qualcosa da dire. Ovviamente molte cose sono riflessioni personali, ma l'esperienza mi ha insegnato che se in passato hai avuto un problema e decidi di condividere la tua esperienza, puoi dare del bene anche agli altri, non solo a te stesso. Possono infatti imparare da te, nel bene e nel male, quindi se andare incontro a un triste destino consapevole oppure.. sinceramente non lo so, non mi è mai andata fatta bene in queste cose, mi basta la consapevolezza. Perché sono una persona semplice. Incredibilmente contorta e varia, ma semplice. 

L'autore si scusa terribilmente della pausa di cui voi non vi siete accorti, in quanto si potrebbe notare una discontinuità tra quello che c'è prima e quello che seguirà. Ma vabè.

Trovo che sia molto bello poter esternare le proprie idee al mondo intero, in maniera da creare uno scambio di opinioni che siano costruttive per tutti. la realtà è che al primo commento acido che riceverò, probabilmente entro oggi pomeriggio (ma forse son ottimista sul fatto che qualcuno legga qui), mi demoralizzerò e abbandonerò la missione. Naa, non è vero, ho troppa stima di me stesso per ascoltare gli altri. 
Il problema è che avevo già provato ad esprimere le mie idee su Twitter, ma in 160 caratteri puoi essere solo molto criptico o molto arrabbiato. Oppure retwittare, la maniera ancora più da pantofolaio per chi non ha voglia di creare contenuti proprio o di fare come chi al bar si limita a dire da dietro "sono d'accordo", senza che lo si veda in faccia. In fondo Twitter è come se fosse un grande bar, in cui beviamo tutti un chinotto o un fernet, ogni tanto entra uno sportivo o una celebrità che dice qualche frase fatta e noi ci azzuffiamo per settimane sull'argomento. Che poi si potrebbe parlare per ore della voglia di esibizionismo la quale spinge molti a far vedere quanto è bella la loro vita, come se avere la conferma della cosa la rendesse più chiara pure a loro. Se sono in una bellissima spiaggia a godermi il mare tropicale in un giorno in cui a Milano ci sono 8 gradi e piove, che bisogno ho di farlo sapere al mondo? Eh, fatti anche un po' gli affari tuoi.
Sono totalmente uscito fuori tema.
Ma si può uscire fuori tema da uno stream of consciousness (unico ricordo di circa un mese di James Joyce che ho fatto in letteratura inglese al liceo)? Le idee ribollono e ogni tanto mi aggrappo ad un filone che mi sembra interessante, così va a finire che scrivo una pagina e non ho spiegato nulla di quello che volevo dire. Che fallito. Insomma, stavo dicendo, questo Twitter mi ha deluso e amareggiato. Ultimamente lo uso solamente per vedere che fanno gli altri, oltre che per vedere l'account @youhadonejob che fa vedere cosa può succedere se proprio non hai voglia di fare quello che dovresti. Consigliatissimo. Ma per scrivere è diventato inutile. Se vuoi spiegare qualcosa a qualcuno i 160 caratteri non bastano, a meno che non devi dire ad una celebrità a caso che la vai a prendere sotto casa e le spacchi quel brutto muso (Mike Tyson sto parlando con te), per cui basta. Siamo qua perché certe cose vanno spiegate. Perché certe cagate vanno lette e certi pensieri vanno condivisi per essere smentiti. Con un limite di decenza flessibile ma presente.
Ghi.

1 commento:

  1. Twitter ha deluso anche me, o meglio, mi ha intristito. Quindi ho capito che non mi faceva bene. Quindi ne sono uscito. Come va ora senza Twitter? Meglio. Di sicuro ho più tempo.

    RispondiElimina