Recentemente ho combinato una serie di casini.
La mia vita, come si può immaginare dai miei racconti, i quali necessitano di essere leggermente romanzati ai fini prosaici della narrazione, è estremamente movimentata. Sono continuamente immerso in nuove esperienze, per lo più divertenti, in cui mi ritrovo coinvolto, più che attore principale. In altri termini, noto sempre più spesso che le cose mi accadono, più che ne sono attore, posso quindi solamente cercare di comportarmi al meglio. Dicevo, recentemente ho fatto un po' di casini con un po' di persone: come sempre non ho piacere nel parlarne in maniera esplicita, anche per non tirare in mezzo le persone coinvolte, ma nominare il fatto mi permette di introdurre l'argomento di cui vorrei parlare oggi. Perché oggi voglio parlare della Consapevolezza.
Lo scorso weekend, parlando con un amico molto riflessivo, ho espresso un pensiero secondo cui la consapevolezza, ovvero la capacità oggettiva di misurare le proprie caratteristiche, capendo quindi chi siamo veramente, sia il punto di partenza di una vita felice. Badate bene, non ho mai detto che una vita felice sia una vita priva di errori o momenti tristi, perché queste sono cose che succedono, anche indipendentemente dal nostro volere. Essere consci di noi stessi e delle nostre possibilità, ci permette di non trascendere mai noi stessi nel nostro comportamento, da soli come nella comunità, in parole povere essere noi stessi. Quante volte abbiamo sentito dire ad altri, o addirittura ci siamo sentiti dire "devi essere te stesso"? Perché è così comune e scontata questa affermazione, quanto spesso ignorata e confusa?
La risposta sta nell'accettazione dei propri limiti umani, nel desiderio di essere migliori di quello che siamo, nel continuo rincorrere risultati impossibili, come un Icaro che brucia volando verso il sole. Non ci accettiamo per la nostra mediocre limitatezza, e vorremmo essere più forti, più spiritosi, più coinvolgenti, più apprezzati. La realtà delle cose però è molto diversa: chiunque abbia avuto l'occasione di provare a farsi una nuova vita, scontento della vecchia, avrà notato che è impossibile prescindere da noi stessi, da chi siamo e da come siamo fatti. Prima o poi la nostra vera natura salta fuori e ci mostra per ciò che siamo. È qui che entra in gioco la consapevolezza. Chi possiede questa caratteristica conosce i propri limiti con un discreto grado di precisione, e agisce di conseguenza, sempre con mezzi conosciuti. Penso, nel tempo, di guadagnare sempre più consapevolezza di me stesso, arrivando anche a capirmi meglio.
Il che mi rende molto tranquillo e fiducioso sul futuro. Dove spero combinerò sempre meno pasticci.
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