Cari amici,
già immagino i vostri commenti al post dell'altro giorno. "Perchè ci chiama amici? Noi non ti conosciamo". No, non quelli, ma tutte le vostre considerazioni in merito alla mia connessione superveloce installata nella mia supercasa. Bene, è con grande piacere che ho l'onore di comunicarvi che in questo momento vi sto scrivendo sotto l'ausilio di una potentissima rete Wireless! Lo so, massima gioia per tutti, anche se devo dire che trovo strano che a casa mia la rete appena installata si chiami Fast-qualcosa, quando io avevo sottoscritto un contratto con Voda-qualcosa. Forse sarà per il fatto che il tecnico Tele-qualcosa ha avuto la cortesia di non presentarsi all'appuntamento senza nemmeno avvisare, per altro, quindi non sto scrivendo da casa ma nuovamente dalla wifi dell'ufficio. Pazienza. Ci vuole calma nella vita, ma non abbastanza da arrivare a non pretendere niente dagli altri, che è sbagliato. Significherebbe non avere fiducia nel prossimo, ma non voglio parlare di questo.
Ieri sera ero a cena in un ristorante. Mi piace sempre uscire a cena la sera, specie se si tratta di lavoro. Sfortunatamente, non creo mai degli eventi mondani a casa mia che implichino l'uso della cravatta sono strano, ma non così tanto quindi è piacevole, di tanto in tanto, andare a una cena vestito bene. Questo comporta soprattutto il doversi comportare di conseguenza, con le buone maniere che mi sono state insegnate, e mi sono costate innumerevoli sgridate da pare dei miei. Come tenere i gomiti, le mani, le posate, il timing del mangiare, quando aspettare e quando darci dentro come uno che ha attraversato il deserto con i ranger alle calcagna. Ma c'è sempre un momento che divide, in queste cene importanti, perché non so mai come comportarmi. Il bon ton insegna che una buona preparazione dei piatti non comporta mai l'indecisione sul comportamento da tenere, ad esempio deve essere sempre palese se mangiare con le mani o con le posate. Sembra una scemenza, ma è così, motivo per cui alle cene di gala non viene mai servita la frutta, proprio per questa fatale indecisione. Il momento clou dell'indecisione è proprio agli antipasti, con la Bruschetta.
Sì, perché la bruschetta è tanto buona quanto traditrice. Il pane perfettamente tostato, passa da una condizione malleabile a una fragile, anaelastica. Il pomodoro in superficie invece, quanto più è buono e succoso, tanto più riesce ad ammorbidire un solo lato del pane. La condizione isotropica del pane (non ci sono punti di rottura preferenziali) dovuti alla tostatura, unita all'instabilità strutturale portata dal pomodoro, implica la situazione in cui appena si addenta la bruschetta, questa si rompa. Con le conseguenze che il pomodoro cade nel piatto nel migliore dei casi o sui calzoni molto più probabile. Capita anche che cada nel palmo della mano che sta reggendo il pane, con quella strana sensazione di fresco che si prova a causa del pomodoro bagnato.
Il motivo per cui voglio parlare di questo, è perché l'approccio che sia la bruschetta, spesso è ben esemplificativo di come si affrontano i problemi. Mi spiego meglio, se ci fate caso, ci sono persone che la bruschetta la studiano un po' prima di mangiarla, dopodiché la addentano, senza però attaccare con violenza, nella speranza che si rompa esattamente dove ci sono i denti, quindi che non vada niente al di fuori del loro controllo. Questo raramente succede, anche per l'approccio indeciso che si ha. È un comportamento in cui l'approccio non è perfettamente deciso al problema, quindi difficilmente porta dei risultati. Altre persone invece addentrano con forza la bruschetta cercando di forzare il punto di rottura con le proprie capacità. Questo è un approccio deciso ai problemi, in cui si cerca di essere artefici delle proprie decisioni, in modo da limitare il più possibile le conseguenze. Questo, seppur un approccio condivisibilmente deciso, non è garanzia di ottimo risultato. Infine, degno di nota in mezzo a tanti altri, c'è un terzo caso: quelli che la bruschetta non la mangiano perché gli è già capitato che gli si rompesse in mano, e vogliono evitare ulteriori brutte figure. Questi sono quelli che hanno paura di sbagliare, a tal punto di non riuscire a prendere una decisione.
Non voglio stare a parlare di quale sia l'approccio giusto, voglio solo mettere il punto su una cosa. La bruschetta non è che l'antipasto, se ci si comincia a fare dei problemi su questo, probabilmente bisognerebbe riconsiderare tutta la cena.
Detto questo, voglio augurare a tutti un buon weekend.
Be brave.
Per la cronaca, a me ieri sera il pomodoro è caduto sui calzoni. Li laverò.
mercoledì 9 dicembre 2015
La teoria della Bruschetta
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