lunedì 28 marzo 2016

The Breakfast Club

Siamo tutti strani. Alcuni di noi però sono più bravi a nasconderlo, ecco tutto.

Intanto devo dire che è un po che non scrivo, ma penso che possa giustificarmi dicendo che ultimamente non avevo molto da dire, e sopratutto per quello che volevo dire non mi sentivo libero di poterlo fare. Detto questo, ci tengo ad augurare una buona Pasqua passata a tutti, con l'augurio migliore, cioè che le prossime vacanze saranno quelle estive. Quest'anno sta viaggiando veramente con una velocità impressionante, sarà che ho sempre qualcosa per la testa, ma non voglio parlare nuovamente di questo argomento.
Oggi è lunedì, e anche se è pasquetta sappiamo ormai che il lunedì c'è la recensione di un film. Ieri sera, infatti, ho guardato un film di culto degli anni 80 culto per modo di dire, in Italia è quasi sconosciuto perché è di culto in America, ma tanto io degli anni 80 in Italia non so niente, quindi.. ovvero The Breakfast Club.
La storia racconta di un gruppo di cinque ragazzi che si ritrovano a passare un sabato intero in punizione in biblioteca, con come compito dover scrivere un tema su loro stessi. Sono personaggi volutamente diversi tra di loro, accomunati da problemi simili. Una reginetta del ballo, un ribelle, un bullo sportivo, un nerd e una ragazza fuori di testa, si trovano a scontrarsi indossando le loro maschere abituali, i personaggi che recintano nella società in cui vivono, costretti ad un confronto forzato dalla prossimità. Gettando però ognuno di loro queste maschere, si scoprono più simili di quanto credessero, e individuano quello che loro pensano sia il loro problema comune, ovvero la società degli adulti. Perché, a loro parere, non vengono capiti, ognuno di loro sente la propria esistenza deviata, traviata in qualche modo dai desideri altrui imposti. Sostengono di non riuscire ad omologarsi all'interno della società in quanto essenze libere e pure, tanto è vero che il film finisce con la famosa dichiarazione:

Quello che abbiamo fatto è sbagliato. Ma pensiamo che sia pazzesco fare un tema che le dica chi siamo. Lei ci vede come vuole vederci, in poche parole, nelle definizioni che più le convengono. Ma quello che abbiamo scoperto è che ognuno di noi è: un cervello, e un atleta, e una fuori di testa, una principessa e un criminale. Questo risponde alla sua domanda?
Cordialmente, The Breakfast Club.


Questa glorificazione dei giovani e delle loro idee può essere di grande stimolo per le nuove generazioni, è un inno al non sentirsi discriminati perché si è fatti in un determinato modo, e questo è tanto giusto quanto di vedute limitate. La forza di questi giovani è la loro voglia di spaccare il mondo, ed è proprio in questo che gli adulti hanno il loro compito. I giovani, con le loro idee e la loro forza sono un'energia pura, una risorsa quasi infinita, come del materiale radioattivo che può diventare energia nucleare di un reattore o di una bomba. Sta agli adulti guidarli, incanalare i loro desideri, le loro passioni, e fargli rendere al massimo per quello che possono dare. Un giovane che si ribella al genere adulto perché non si sente capito, perché pensa che tutti gli adulti siano degli imbecilli, sarà utile alla società, e ancora di più a se stesso come del plutonio libero in natura. Capace di reagire solo con ciò che gli risulta essere prossimo, ma niente di più. La chiave di lettura quindi non deve essere quella che ognuno è perfetto per com'è, anzi. Bisogna sì accettarsi, ma cercare di capire come fare fruttare questa potenzialità in una società in cui bisogna vivere, volenti o nolenti.
Insomma, il film mi è piaciuto, ma forse sto invecchiando troppo in fretta. Mi piace questa posizione in cui riesco ad apprezzare la bellezza della gioventù e al tempo stesso cogliere i lati belli dell'essere adulti. Perché in fondo, cosa che non hanno ancora capito tutti i membri del Breakfast Club, nessuno si salva da solo.
Ma lo capiranno.

Simple Minds - Don't You (Forget About Me)

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