È estate. Questo mi sembra oggettivo, quindi fino a qui non mi sono ancora tradito. Fa caldo. Ci siamo lamentati tanto io in maniera particolare perché non tenevo il riscaldamento acceso del freddo invernale, per cui rischiamo di passare per quelli incontentabili.
La verità è che oggi è la vigilia di ferragosto, quindi niente come i preparativi per la serata di stasera stanno a significare quel momento magico che poi si ricorda per tutto l'anno. Sì, parlo di quell'immagine idilliaca che mentre guardiamo attraverso un vetro bagnato dalla pioggia di novembre ci passa per la testa. La brace, gli amici, una chitarra e la luna. Potrebbe essere più semplice?
In questo momento mi trovo in macchina con amici con i quali mi dovrò scusare per la poca compagnia comportata dallo scrivere, e stiamo andando in un posto a me sconosciuto, ma vabbè. Non è importante dove si va, ma con chi e a fare cosa. Sono cresciuto credendo nell'importanza di non entrare in un posto "se non sai come uscirne" (Cit. Ronin), ma ho cominciato a vivere veramente quando ho iniziato ad accettare le incognite. Con questo non voglio cominciare il solito pippone filosofico su come affrontare la vita e solo chi è positivo poi riesce a godersi a pieno le cose, anzi. In pieno spirito di menefreghismo, voglio godermi questa libertà che l'estate, e in particolare questa bella gita mi danno l'occasione di assaporare.
L'autore si scusa per il piccolo inciso, ma ci siamo fermati a fare la spesa per la carne e ci hanno regalato un cocomero. Evidentemente gli facevamo parecchio pena. Perché non è vera estate senza cocomero come non è vero ferragosto senza grigliata di carne con gli amici. Tre uomini allo sbaraglio di cui uno (quello altro dietro) che con una mano tiene la borsa frigo con una mano e con l'altra prova a scrivere su un blog di altissima caratura intellettuale. Tutto mentre il pilota affronta quello che si potrebbe definire come il "Rally delle Marche" ovvero una strada di collina tutta buche e salti ai 150. Estate è anche questo, come la grandine che in questo momento sta colpendo la nostra macchina, mentre ci siamo riparati sotto un albero, a sperare che smetta, e che tutto si asciughi miracolosamente. Per poi lamentarsi che faccia di nuovo caldo.
Penso che non sia un concetto di fuga da una realtà che ci imprigiona tutto l'anno, ma è la possibilità di crearsi dei ricordi unici e indelebili. Unici come il mese di agosto nell'anno, e indelebili come un bacio sulla spiaggia, alle 6 del pomeriggio, quando ormai non c'è più nessuno.
L'estate non è una stagione, è la nostra versione migliore. È come quel vestito nuovo che ci piace tanto con in quale ci sentiamo super confidenti, che non mettiamo spesso, ma ci fa dimenticare completamente le paranoie, i problemi che ci portiamo sempre dietro.
In un certo senso, l'estate sono io e io sono l'estate.
Buon ferragosto a tutti.
venerdì 14 agosto 2015
L'estate addosso
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