mercoledì 8 luglio 2015

La meraviglia di Expo

Una settimana fa sono stato a visitare l'esposizione universale che si svolge a Milano quest'anno, meglio conosciuta e nota agli onori della cronaca come "Expo 2015". Tutti noi avevamo sentito parlare di ciò, specialmente noi abitanti del capoluogo lombardo, innquanto la città ha subito grossi mutamenti sin da quando si è decisa la location. Detto questo, se si escludono una quantita infinita di paletti di acciaio che non permettono più di parcheggiare sui marciapiedi l'auto che a Milano è pratica comune e concessa, penso di averne tratto solo giovamento: una città più pulita, meglio organizzata, meglio servita a livello di viabilità e mezzi di trasporto. Certo, qualche difficoltà c'è stata, ma è niente in confronto al risultato finale. Insomma, già prometteva bene.
All'apertura, i primi di maggio, si erano però verificati degli scontri. Gente che tirava le pietre contro le banche, cose brutte e stupide. Mi sono quindi chiesto perché ci fossero delle persone che manifestavano contro qualcosa che dovrebbe essere bello, ma sono poi arrivato alla conclusione che sarebbero spariti tutti nel tempo di un raffreddore. Scomodo, ma passeggero. Certo, non potevano sicuramente stare a manifestare per 6 mesi. Non hanno così tanta forza di volontà. E poi a un certo punto dell'anno avrebbero dovuto semttere di tirare le pietre alle banche e si sarebbero messi in coda davanti a qualche Apple Store, quindi non sarebbe durata.
Ma volevo vederlo con i miei occhi, questo Expo di cui tutti parlano e di cui tutti decantano meraviglie. Così l'altra sera ci sono andato. Ho preso la mia bella metro da casa e quando sono sceso mi sono trovato i cancelli d'ingresso davanti. Un paio di minuti per fare il biglietto e sono entrato, tra metal detector e eserciti della frutta. La prima impressione è che sembra di entrare in un grandissimo parco divertimenti. La struttura è sviluppata su un lungo decumano, per cui una stradona lunga su cui si affacciano, come tante casette inglesi, i vari padiglioni. Se si vuole vedere tutto da fuori, basta percorrere i 2 km del decumano avanti e indietro, ma risulta impossibile procedere in linea retta. Si è infatti continuamente attirati dalle forme e caratteristiche di ogni padiglione, per cui ogni 10 mt che si fanno in avanti si dice "andiamo a vedere dentro" e si visita un padiglione nuovo. Non sono rimasto impressionato da un singolo padiglione, sono tutti molto belli e caratteristici,  ma è l'insieme delle cose che è stupendo. Intendo che l'effetto scenografico del tutto è reso dalla molteplicità, non dal singolo. Non serve a niente, ok, ma è bello. Nemmeno la statua di Apollo e Dafne serve a niente, ma è un bellissimo esercizio di stile. Migliaia di architetti si sono sbizzarriti in strutture tutte diverse tra loro, che vanno viste assolutamente. Principalmente da fuori, alcune anche dentro.
Quando cala la luce poi si vedono tutti i giochi di illuminazione di ogni padiglione, altro spettacolo. In tutto questo non c'è una cartaccia per terra, la gente rispetta le file, i bagni sono pulitissimi. Insomma non sembra nemmeno di stare in Italia. Il cibo costa un patrimonio, ma ci sono talmente tante cose da fare che ci si dimentica quasi di mangiare, mentre l'acqua è gratis, basta ricaricare una bottiglietta che ci si porta da casa.
Alla fine, in degna conclusione della giornata, lo spettacolo dell'albero della vita, con giochi di luce, acqua e fuochi artificiali. Vorrei descrivervi anche questo ma dopo vi perdereste il gusto di andarlo a vedere di persona.

Giudizio finale: bellissimo.

Consigli utili per chi vuole venirlo a vedere:
- il serale costa 5€ e dura 4 ore (dalle 19), abbastanza per vedere tutto da fuori.
- meglio arrivarci con la metro che lascia proprio lì davanti.
- portarsi una bottiglia di acqua da ricaricare.
- scarpe comode, si fa poco più di 2 km per ogni ora di permanenza.
- per entrare nei padiglioni c'è sempre coda.
- Lo spettacolo dell'albero della vita migliore è quello delle 22
- non fare discorsi del genere "prima o poi ci vado" se no si arriva ad novembre e finisce.
- chi se lo perde o non ci vuole andare è come chi sostiene che guardare una partita di calcio allo stadio o in TV sia la stessa cosa. Non sa quello di cui parla.

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