giovedì 21 aprile 2016

Supereroi

Si può nascondere la propria identità sotto una maschera che copre solo gli occhi?

A tutti piacciono i supereroi. Ogni anno ci vengono riproposti in tutte le loro versioni  e forme cinematografiche, sia su pellicola che stampati su carta. Perché i supereroi sono una forza, riescono ad essere al di sopra delle capacità umane (super-) e mettere i loro poteri al servizio di un bene superiore (-eroi). Il pubblico più appassionato di questo genere sono sempre stati bambini, che grazie ad enormi campagne di marketing, ora possono non solo immaginarli, ma anche giocare con loro, vestirsi come loro, sentirsi come loro.
Ma perché ad un bambino piacciono i supereroi? Questa riflessione parte da questa domanda, che può avere delle risposte tanto semplici quanto significative. Un bambino, a livello di esperienza nel desiderare qualcosa, si differenzia da un adulto per una propensione a scelte dettate dall'istinto, più che dalla ragione e dall'esperienza? Per questo, quando deve scegliere i propri modelli, il paragone perfetto a cui assomigliare, farà pendere la sua scelta verso ciò che sembra fantastico, privo di difetti, per quanto surreale. Accantonando infatti il veto imposto dall'irrealizzabilità della condizione ad un adulto, probabilmente anche lui risponderebbe che vorrebbe essere un supereroe, ma non sarebbe la sua prima scelta. Ambiamo sin in tenera età a qualcosa di superiore, di più grande, che ci permetta di essere forti e proteggere ciò che amiamo e desideriamo, a difendere i nostri sogni. Ma una realtà fallace, dove il fallimento esiste e il buono non vince sempre ci porta a desiderare altro, ad accontentarci di risultati terreni, di non voler desiderare di essere degli eroi. Eppure qualcuno lo è stato per noi. Un padre, un fratello maggiore, un insegnante, visti con gli occhi di un bambino sono degli eroi senza macchia e ancor di più senza paura, sono l'esempio che ci forma. Un bambino l'altro giorno si è fermato a guardarmi mentre facevo esercizio al parco: era vestito con il costume Iron Man, quindi ha attratto subito la mia attenzione e simpatia. Mi ha chiesto che cosa stessi facendo, e gli ho risposto che mi stavo allenando per essere forte come lui, che era Iron Man. Questo soldo di cacio, che non mi sarà nemmeno arrivato al fianco come altezza, se n'è andato tutto contento, tronfio della fiducia dimostrata nei confronti del suo personaggio. Non so se questo bambino diventerà mai un eroe, ma alla sua età lo abbiamo desiderato tutti, e non sarebbe bello negare quell'innocenza, quel candore che si ha in un'età in cui tutto si può desiderare e tutto si riesce a immaginare e fingere.
Forse la nostra vita è tale che potremmo non sentirci mai degli eroi, vedendoci da dentro e sapendo i nostri limiti, ma questo non impedisce da essere considerati tali da qualcun altro. Proprio come chi nasconde la propria identità sotto una maschera che copre solo gli occhi.
Ma se non sei un bambino certe cose non puoi capirle.

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