giovedì 5 maggio 2016

The blind side

Certe persone hanno bisogno solo di un occasione, per vivere secondo le loro potenzialità.

Una delle scorse sere mi è capitato di vedere un film di cui avevo sentito tanto parlare, ma non avevo ancora avuto l'occasione di vedere. Lo so che ultimamente sto recensendo molti film, ma mi capita spesso di non avere molti programmi la sera, per cui mi riposo, anche perché sto accusando un po' il cambio di stagione e mi viene continuamente sonno, quindi divaneggiare un po' la sera non è che mi dispiaccia. Il film in questione è una pellicola che è recentemente valsa un premio Oscar alla bellissima Sandra Bullock, ovvero The Blind Side: la storia, per altro tratta da una vicenda realmente accaduta, è quella di una famiglia benestante che decide di prendere sotto la propria ala protettrice un ragazzo di colore, proveniente da una situazione problematica. La cosa avviene senza passare per vie burocratiche, perché gli offrono un'ospitalità che lentamente diventa quotidianità, sempre senza mai giudicarlo per il contesto da cui proviene, ma solo per la persona che è. La storia racconta di come spesso le persone con un potenziale non riescano a trovare una loro strada nel mondo solo perché non abbiano questa opportunità.
Ma non voglio parlare del film, di come sia recitato o dei polpacci di Sandra Bullock, perché una storia diventa interessante quando se ne vede una rappresentazione nella realtà, che è quello che sta succedendo a me. No, non ho una mamma hot che abbia deciso di adottarmi me tapino, ma ho preso sotto la mia ala un ragazzo. Si chiama Rami, viene dall'Egitto e ha 15 anni. È stato mandato in Italia dai suoi genitori perché il suo futuro potesse essere migliore di quello che gli aspetta se fosse rimasto nella terra dei faraoni, e l'ho conosciuto perché tutti i pomeriggi che andavo ad allenarmi al parco lo vedevo fare esercizio in maniera confusionaria, quindi ho deciso di aiutarlo. Abbiamo cominciato a fare allenamento assieme, e vedo che avere una persona più grande che gli dà fiducia, rispetto lo sta facendo aprire. Mi racconta della sua vita in comunità, di come si trovi spesso ad essere una mosca bianca in mezzo a dei pari che non hanno una direzione nella vita, mentre lui ha tanti interessi, tanti sogni. Io gli racconto di quando io avevo la sua età, gli consiglio, gli faccio vedere in prima persona l'esempio. Non è certo un'amicizia profonda, ma vedo che lui è felice. Si sente accettato, sta imparando nei nostri allenamenti che avere della grinta non significa essere cattivi, e solo una persona intelligente capisce la differenza. Non penso di essere una persona buona solamente perché mi mostro disponibile con il primo 15enne che necessita aiuto, in fondo è un dovere di tutti prendersi cura del prossimo, ma volevo solamente cercare di spiegare il mio punto di vista. Questa persona un giorno diventerà un uomo, e diventerà un certo tipo di uomo in funzione delle esperienze che ha avuto. Io non gli sto fornendo un supporto economico, non gli sto dando un vitto e nemmeno un alloggio. Gli sto solo mostrando qualcosa che è gratis, ma non per questo risulta essere poco importante: la fiducia nel prossimo.
Non so se questo farà di lui un essere umano migliore, perché per questo deciderà lui come vivere la sua vita, ma se non altro potrà avere auto un buon esempio. E se sceglierà diversamente sarà una scelta sua, non imposta. 


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